PIERANDREA FANIGLIULO 3-12-2018

Dopo l’immeritata sconfitta di Pescara il Lecce ha reagito mostrando gli attributi all’intero campionato inanellando tre vittorie consecutive che avvicinano i giallorossi alla vetta. Carpi-Lecce è una moneta che mostra le sue due facce nei rispettivi tempi: nel primo tempo i giallorossi dettano legge in lungo ed in largo, sbloccano il risultato con La Mantia al ’35 ma già prima avrebbero potuto portarsi in vantaggio; la seconda frazione di gioco invece vede una squadra che decide di mettersi a protezione del risultato riuscendoci. Il tecnico romano offre una maglia da titolare ad Armellino che vince il ballottaggio con Tabanelli; proprio il campano non solo si fa in 4 nella fase di non possesso ma sfiora il gol con un bolide da fuori area, poi “spizza” un traversone di Falco permettendo così a La Mantia di andare in gol. Per il resto non ci sono novità di rilievo nella formazione base, con Lucioni che ormai ha preso le redini della difesa ed attraverso la personalità di quest’ultimo si avvantaggiano anche i compagni di reparto. Il dato incoraggiante riguarda i gol subiti ovvero 0 per la  seconda partita consecutiva. Il 4-3-1-2 del tecnico romano continua a convincere. Liverani ha sempre detto che doveva lavorare sui particolari, sulla necessità di inculcare ai suoi il gestire tutte le fasi della partita; possiamo dire, ad oggi, che i risultati si vedono nitidamente.La squadra riesce a mantenere compattezza tra i reparti anche quando lascia il gioco nelle mani degli avversari, se attacca invece porta la linea difensiva a supporto del centrocampo riducendo così la porzione di campo utile nell’eventualità di una ripartenza. Sono tutti movimenti di gruppo, studiati, che si notano chiaramente e per i quali va ascritto grande merito all’allenatore, oltre che ai calciatori che ne seguono le indicazioni. L’abbassarsi quando si è in vantaggio (è ciò che è accaduto nei secondi 45′), non sappiamo se sia una forma di “spensieratezza” mentale, oppure una scelta calcolata per avere più campo quando si riconquista palla; c’è da dire che contro il Carpi, nella seconda frazione di gioco, la squadra ha inanellato una serie di errori tecnici e di misura che non gli hanno permesso di alleggerire la pressione quanto avrebbe voluto; ci sta, in campo esistono anche gli avversari.Alla fine la sofferenza ha avuto il suo epilogo al triplice fischio dell’arbitro e si è liberata la gioia sia da parte degli uomini in campo ma soprattutto di quei duemila e passa tifosi che avevano raggiunto Carpi da più parti d’Italia, Al Cabassi si sentivano soltanto i cori del popolo giallorosso e ci piace credere che la voglia di difendere il risultato da parte dei calciatori sia in parte merito di chi ha fatto tantissimi chilometri per stare vicino alla squadra del cuore.