Pronti a ricevere la magnifica estate

Di Flavio De Marco

Siamo pronti a ricevere l’ondata anomala del turismo, stagione 2023: gli indicatori ci dicono che l’incremento su scala nazionale sarà incredibile e l’aumento delle presenze in Puglia è del 10% rispetto lo scorso anno. La Terra d’Otranto, come al solito, si candida ad attrarre i vacanzieri, dagli anziani ai più giovani, in cerca di divertimento e di evasione.

Un’ondata anomala (se consideriamo gli ultimi anni infestati dalla pandemia) e non “animale”, auspichiamo, nel senso che, come al solito ci si augura che giunga, nel nostro Salento il cosiddetto turismo di qualità. L’aspetto positivo è che saremo felicemente “invasi” da chi vuol tornare e da chi vuol scoprire una terra magica ed unica come la nostra. Tutti dovranno mettersi in riga per non essere presi in contropiede e per non affannarsi nell’ultima ora: quando diciamo tutti intendiamo gli operatori turistici, i formatori, le istituzioni ed i salentini stessi. Ma lo scatto in avanti per un’intera area territoriale è, diremmo, quasi esistenziale: comprendere che non si può tralasciare l’idea di essere accoglienti ed aperti alle culture altrui.

Per quest’anno non cambiare “stessa solfa e stesso mare”: il via vai di tavole rotonde, convegni e seminari, insomma un fiume di parole a tema turismo. Ma queste istanze, devono avere una valenza strategica e non dovranno rappresentare un esercizio retorico o peggio ancora qualunquistico nell’autocelebrazione del nulla.

Invertire la tendenza significa agire sul piano culturale e capire che se il turismo funziona come si deve si muove un’intera economia, un intero popolo. Eppure, qualche esempio virtuoso c’è in Puglia: in Valle d’Itria (Borgo Egnazia docet), sul Gargano o nella Bat (in parte), ci sono situazioni legate all’accoglienza per tutti i gusti e per tutte le tasche. 

I dati legati all’incoming ci dicono che siamo ancora in salita con i numeri: si prevede il pienone insomma. Siamo pronti? Non lo sappiamo, ma è meglio porsi la categoria della possibilità piuttosto che ragionare nel deserto come nel caso di alcune regioni d’Europa, in questo periodo estivo. Siamo pronti a ricevere e dobbiamo fare i conti con la realtà, in ogni caso, coi nostri collegamenti ed i nostri trasporti, che languono ancora oggi, in attesa di interventi strutturali ed infrastrutturali.

Vedremo che ruolo avranno giocato i tour operator, come se la caveranno i dipendenti delle aziende turistiche (ultimo ma non ultimo anello della catena) e soprattutto come se la caveranno tutti con la “stagionalizzazione” imperante alla ricerca di personale qualificato.

Il Salento è bello, godiamocelo e, nell’ottica di una evoluzione culturale ed economica accogliamo chi non conosce la Bellezza dell’ambiente e della nostra cultura infinita.