PIERANDREA FANIGLIULO 22-10-2018

Una serata che ha rasentato la perfezione tra due square che si son date battaglia sul terreno di gioco e due tifoserie gemellate andando oltre ogni risultato e ogni categoria. Il Palermoha dimostrato di essere la formazione più forte che il Lecce ha affrontato in questo primo scorcio di stagione, una squadra costruita per vincere ma che a Lecce è venuta con l’umiltà della provinciale ed ha fatto bottino pieno.Il tecnico dei rosanero, l’ec giallorosso Roberto Stellone, ha affrontato gli uomini di Liverani con rispetto e pur allenando una squadra forte in tutti i reparti è venuto a Lecce e per prima cosa ha impedito agli avversari di giocare ed in molti frangenti ci è riuscito. Abbiamo riscoperto la vecchia “marcatura a uomo” adottata dal Palermo, attuata soprattutto sulle rimesse di Vigorito, questo ha impedito al Lecce di ricominciare come gli piace di più, palla a terra. Così facendo l’iniziativa dei giallorossi è calata del 50%, incapaci per mentalità di giocare sui rinvii lunghi del portiere ex Benevento.Nelle occasioni e, ce ne sono state, in cui il Lecce ha giocato come vuole il suo allenatore, sono arrivati i pericoli per il Palermo; purtroppo pressati fino alla fine, soprattutto nella fase centrale del secondo tempo, gli uomini di Liverani sono stati costretti ad alzare di sovente la sfera e ciò ha limitato, dicevamo, le potenzialità della manovra. La pecca del Lecce, forse, è stata quella di non riuscire, soprattutto nella seconda frazione di gioco, a trovare le contromisure per far emergere la migliore qualità della manovra.Mancosu spesso raddoppiato non è riuscito ad incidere come sa, Palombi di conseguenza non è stato mai lanciato in profondità sullo scatto, mentre La Mantia si ritrovava a combattere contro due marcatori avversari.n questi spazi strettissimi è emersa la tecnica e la caparbietà di Tabanelli che per quasi tutta la gara è diventato l’uomo ovunque dei giallorossi, quello più cercato dai compagni e quello che è riuscito spesso a risultare imprendibile per gli avversari.Le due reti prese dal Lecce evidenziano forse qualche leggerezza di troppo del reparto difensivo, entrambe arrivate con palla in possesso dei calciatori giallorossi. Sulla prima una punizione a favore battuta con leggerezza ha avviato la ripartenza del Palermo, mentre sulla seconda la squadra era messa male ed è bastato un colpo di tacco perchè il calciatore avversario tagliasse centrocampo e difesa del Lecce come il burro. In verità il Lecce, pur mancando pochissimi minuti alla fine si è riversato con rabbia nell’area di rigore avversaria e per due volte il nuovo entrato Pettinari ha sfiorato il gol del pareggio. Una sola cosa vorremmo dire con il solito “senno di poi” al tecnico giallorosso: quando si soffre a centrocampo contro avversari alti e grossi e si ha in panchina Armellino che alto e grosso lo è, perchè non lo si fa giocare per dare sostanza alla squadra? Lo diciamo senza presunzione ma è il nostro pensiero da sempre.Una sconfitta maturata negli ultimi minuti riporta il Lecce sulla terra, dopo la roboante vittoria di Verona ed ora i giallorossi sono attesi nel derby di Foggia, contro una squadra forte che senza penalizzazione avrebbe gli stessi punti del Lecce e viene da una sconfitta a Cosenza.