Damiana Patrimia 20/03/2019

A circa tre Km da Copertino, dove in antico sorgevano
l’omonimo casale intorno al IX secolo e un cenobio basiliano,
quindi italo-greco, i cui monaci ivi restarono fino al ‘500
allorché con il concilio di Trento la Chiesa Cattolica avversò,
anche con metodi duri, ogni culto eterodosso.
Accanto all’antico convento basiliano dedicato a S. Nicola nel
XIII secolo sorse la romanica chiesa di S. Maria di Càsole
a tre navate, sul cui maggiore altare era posta una statua in
pietra leccese della Vergine, a cui il tempio era dedicato, colta
nell’atto di allattare il Bambino.
Distrutto da una scorreria turca, il sacro edificio venne
ricostruito interamente nel 1507 per volontà di Giovanni
Castriota-Granai, Conte di Copertino.
Già nel 1513 il complesso abbaziale di Càsole era occupato
dai Francescani Riformati, i quali effettuarono altri interventi
costruendo nuovi altari e coprendo gli antichi affreschi bizantini,
che scomparvero pressoché del tutto a causa di manomissioni
nel XVIII secolo, sia nella chiesa e sia nel convento, ove
vennero realizzati nuovi affreschi di prevalente ispirazione
francescana, di cui oggi restano alcune testimonianze, nonché
quanto venne dipinto in seguito. In origine la chiesa possedeva
un prospetto monocuspidale e il tetto a capriate lignee che
però nel 1688 venne sostituito con un soffitto a volta di pietra,
comprese le navate laterali che posseggono volta a crociera
costolonata, ricche di illustrazioni a fresco di epoca barocca.
Con la soppressione murattiana degli Ordini mendicanti nel
1809 ebbe inizio l’inarrestabile decadenza del complesso
abbaziale di Càsole.
Il popolo ignorante, avido di trovare tesori nascosti, ovunque ha
picconato il tempio arrecandovi serissimi danni, e poi gli anni
e l’abbandono durato sino all’epoca nostra hanno completato
lo sfacelo, aggravato da coloro che hanno asportato quanto
potevano. Del convento oggi restano soltanto ruderi, materiale
di risulta causato dai crolli, pietrame che non pochi volontari
continuano ad asportare.
Assai precario è lo stato di conservazione della chiesa che
si mostra monocuspidale, con portale sovrastato da una
lunetta, al cui interno contiene un affresco della Vergine con
S. Francesco e S. Antonio, di epoca tardo cinquecentesca. Più
su appare un’ampia finestra protetta da sbarre di ferro, e solo
all’altezza dell’architrave del portale corrono orizzontalmente
le arcatelle.
Di romanico, pertanto, per questo sacro edificio è restata solo
la memoria e qualche debole traccia, eppure gli studiosi e non
poca gente di Copertino, e non solo , ha a cuore questa storica
costruzione che né il Comune né altre pubbliche istituzioni
sono state in grado di recuperare e quel poco che si è fatto

lo si deve a volenterosi appassionati delle patrie memorie
che finalmente dopo 122 anni abbandono, riuscirono a
far celebrare una Messa in ricorrenza
della morte di Fra Silvestro da Copertino, vissuto in odore di
santità. Poi nel tempio casulano è stato allocato un suggestivo
presepe tradizionale, e intanto si resta in attesa di restauri e
della restituzione di ciò che è salvabile per il culto e l’arte
salentina.